lunedì 3 settembre 2012

Per l'anno della demenza

Preghiera 

O Maria, fragile madre,
adesso ascoltami, ascoltami adesso
anche se non capisco le tue parole.
Un rosario nero con Cristo d’argento
si adagia fra le mie mani, si sconsacra
perché io non ci credo.
Ogni grano è rotondo e duro
fra le dita, un angioletto nero.
O Maria, concedimi la grazia
di questa conversione,
anche se sono brutta,
anche se sono sommersa
dalla pazzia, dal mio passato.
Ho anche le sedie
ma mi sdraio per terra.
Sono vive solo le mani
che toccano i grani.
Snocciolando parole
la lingua s’intreccia.
Una principiante: la mia bocca
aderisce alla tua, lo sento.

[...]

 S’avvicina, s’avvicina
l’ora della mia morte
mentre mi rifaccio il trucco
e torno come prima
come prima dello sviluppo,
quando portavo i capelli lisci.
E’ così la morte.
C’è nella mente il Viuzzo Morte
ed io ci sguazzo.
Il mio corpo è inutile.
Si arrende.
Come una cagna sullo stoìno
acciambellata, inerte.
Qui non ci sono parole, tranne
l’imparaticcio avemmariapienadigrazia.
E ecco entro nell’anno senza parola.
L’entrata è assurda ed esatto il voltaggio.
Esistono senza parola.
Senza parole si può toccare
e ricevere il pane senza fare
nemmeno un suono.

[...]
 

(Anne Sexton)

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