lunedì 18 marzo 2013

Please, please, please

«Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e di fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare, a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell’alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula».

Sylvia Plath, “Diari”

martedì 12 marzo 2013

Non dovrei ma...

Primo amore

 Un tempo quando avevo 16 anni
c'era solo qualche scrittore a darmi speranza e conforto.

a mio padre non piacevanoi libri
e a mia madre neppure
perchè non piacevano al babbo
specie i libri che prendevo io in biblioteca:
D.H. Lawrence, Dostoevskij, Turgenev,
Gorkij, A. Huxley, Sinclair Lewis,  e altri.

avevo la mia camera da letto
ma alle 8 di sera bisognava filare tutti a nanna:
il mattino ha l'oro in bocca, diceva mio padre poi gridava:
luci spente

allora mettevo la lampada sotto le coperte
e continuavo a leggere sotto la luce calda e nascosta:
Ibsen, Shakespeare, Cechov,  Jeffers,Thurber, Conrad Aiken e altri.

mi offrivano una opportunità e qualche speranza
in un posto senza opportunità
speranza, sentimento.me la guadagnavo.
faceva caldo sotto le coperte.
qualche volta fumavano le lenzuola
allora spegnevo la lampada,
la tenevo fuori per raffreddarla.

senza quei libri non sono del tutto sicuro
di cosa sarei diventato:
delirante; parricida; idiota; buonannulla.

quando mio padre gridava
luci spente
son sicuro che lo terrorizzava
la parola ben tornita e immortalata
una volta per tutte nelle pagine migliori
della nostra più bella letteratura.

ed essa era lì per me vicina a me sotto le coperte
più donna di una donna più uomo di un uomo.

era tutta per me e io la presi.

Charles Bukowski