mercoledì 19 settembre 2012

There is a Fitting and a Dismay. A Fitting and a Despair

Ciò che temevo venne,
ma meno spaventoso,
perchè il lungo timore
l'aveva quasi abbellito.


Ci si abitua all'angoscia,
alla disperazione.
Peggio sapere che viene
che saperla presente.

Chi indossa la sua pena
il mattino che è nuova
soffre più che a portarla
un'intera esistenza.

sabato 8 settembre 2012

Syd Barrett: Elogio della Follia



Allorché, per decreto delle potenze supreme, 
il Poeta appare in questo mondo attediato,
 sua madre impaurita e carica di maledizioni 
stringe i pugni verso Dio che l'accoglie pietoso
: - "Ah, perché non ho partorito un groviglio di vipere
 piuttosto che nutrirmi in seno questa cosa derisoria?
 Maledetta sia la notte d'effimeri piaceri 
in cui il mio ventre ha concepito la mia espiazione! 
Poi che m'hai scelta fra tutte le donne
 perché divenissi disgustosa al mio triste marito,
 non potendo rigettare nelle fiamme
 come un biglietto amoroso questo mostro intristito,
 farò ricadere il tuo odio che m'opprime 
sul maledetto strumento della tua cattiveria 
e torcerò talmente quest'albero miserabile 
che esso non potrà innalzare i suoi germogli impestati." 
Inghiotte così la schiuma del suo odio e, 
ignara degli eterni disegni, 
prepara essa stessa in fondo alla Geenna i roghi consacrati ai delitti materni. 
Tuttavia, assistito da un Angelo invisibile,
 il figlio ripudiato s'inebbria di sole, 
e in tutto quel che beve e che mangia trova ambrosia e nettare vermiglio. 
 Gioca col vento, discorre con la nuvola, 
s'ubbriaca, cantando, del Calvario; 
e lo Spirito che lo segue nel suo pellegrinaggio,
 piange al vederlo gaio come uccello di bosco. 
 Tutti coloro che egli vuole amare l'osservano intimoriti o,
 rassicurati dalla sua tranquillità, 
fanno a gara a chi gli caverà un sospiro,
 sperimentando su di lui la propria ferocia. 
 Mescolano al pane e al vino destinati alla sua bocca
 cenere e sputi impuri; 
con ipocrisia buttano quanto egli tocca, 
s'incolpano d'aver posto il piede sulle sue orme. 
 Sua moglie va gridando per le piazze
: - "Poi che mi trova tanto bella da adorarmi, 
farò come gli idoli antichi, 
come essi vorrò che egli m'indori, e m'indori ancora; 
m'ubbriacherò di nardo, di incenso e di mirra, 
di genuflessioni, di carne e di vino, 
per sapere se io possa, in un cuore che m'ammira, 
usurpare, ridendo, gli omaggi destinati alla divinità. 
 E, stanca di queste farse empie,
 poserò su di lui la mia forte e fragile mano; 
le mie unghie, come quelle delle arpie, 
sapranno farsi strada sino in fondo al suo cuore. 
 Simile ad un uccellino che palpita e che trema 
gli strapperò il rosso cuore dal petto e lo butterò,
 sprezzante, al mio animale favorito perché se ne sazi.
" Verso il cielo, ove il suo occhio mira uno splendido trono, 
il Poeta sereno leva le pie braccia, 
e i grandi lampi del suo spirito lucido
 gli precludono la vista dei popoli inferociti
: - "Sii benedetto, mio Dio, 
che concedi la sofferenza come un rimedio divino 
alle nostre vergogne e come l'essenza più pura ed efficace
 per preparare i forti a sante voluttà. 
So che tu tieni un posto al Poeta nelle file beate delle tue Legioni, 
e che tu l'inviti all'eterna festa di Troni, Virtù e Dominazioni. So che il dolore è la sola nobiltà cui mai potranno mordere e terra e inferno;
 e che per intrecciare la mia mistica corona 
si dovranno tassare tutti i tempi e tutti gli universi. 
Ma i gioielli perduti dell'antica Palmira, i metalli ignoti, 
le perle del mare, montati dalla tua mano, 
non basterebbero al bel diadema, chiaro, abbagliante; 
esso sarà pura luce attinta al focolare santo dei raggi primigeni, 
di cui gli occhi mortali, al massimo del loro splendore, 
non sono che specchi oscuri e lagrimosi.

lunedì 3 settembre 2012

Per l'anno della demenza

Preghiera 

O Maria, fragile madre,
adesso ascoltami, ascoltami adesso
anche se non capisco le tue parole.
Un rosario nero con Cristo d’argento
si adagia fra le mie mani, si sconsacra
perché io non ci credo.
Ogni grano è rotondo e duro
fra le dita, un angioletto nero.
O Maria, concedimi la grazia
di questa conversione,
anche se sono brutta,
anche se sono sommersa
dalla pazzia, dal mio passato.
Ho anche le sedie
ma mi sdraio per terra.
Sono vive solo le mani
che toccano i grani.
Snocciolando parole
la lingua s’intreccia.
Una principiante: la mia bocca
aderisce alla tua, lo sento.

[...]

 S’avvicina, s’avvicina
l’ora della mia morte
mentre mi rifaccio il trucco
e torno come prima
come prima dello sviluppo,
quando portavo i capelli lisci.
E’ così la morte.
C’è nella mente il Viuzzo Morte
ed io ci sguazzo.
Il mio corpo è inutile.
Si arrende.
Come una cagna sullo stoìno
acciambellata, inerte.
Qui non ci sono parole, tranne
l’imparaticcio avemmariapienadigrazia.
E ecco entro nell’anno senza parola.
L’entrata è assurda ed esatto il voltaggio.
Esistono senza parola.
Senza parole si può toccare
e ricevere il pane senza fare
nemmeno un suono.

[...]
 

(Anne Sexton)

sabato 1 settembre 2012

Moi, La Liseuse

Se sono ancora qui, nonostante i mille problemi di salute e ai mille problemi di altro tipo che ho avuto lo devo ai miei libri e, più tardi, alla mia musica. Leggevo perchè ho imparato a leggere da sola prima di iniziare le scuole elementari e i miei compagni già mi annoiavano: ogni libro che avevo letto era un viaggio che loro non avevano fatto. Leggevo quando loro erano in strada a giocare e io in casa che non avevo la forza di uscire. Leggevo quando son stata  ingabbiata per 2 anni dentro un busto di gesso che mi reggeva la schiena e il collo. Non tutti i mali vengono per nuocere.


Jean Jacques Henner, La liseuse
Henri Matisse, La liseuse, 1895

Umberto Boccioni, La cucitrice, 1908

Gioacchino Toma, Donna che legge, 1880-85 ca.

Francesco Hayez, Odalisca che legge, 1866
Pierre-Auguste Renoir, La liseuse, 1876
Jean-Honoré Fragonard, La liseuse, 1776